L’amore quando c’era

Lo ammetto se vedo un libro della Gamberale su uno scaffale lo prendo un po’ ad occhi chiusi, diciamo che quasi, quasi, neanche lo giro per leggere il retro della copertina. Lei riesce a rendere in questa maniera ironica, leggera ogni aspetto della vita quotidiana, anche quelli drammatici. Riesce a tirar fuori un romanzo meraviglioso dalla normalità dei drammi che ci avvolgono il cervello ( soprattutto a noi donne ). Forse ne ha scritti di più belli di questo, che comunque ha un fascino tutto suo.  Prima di tutto è scritto come un diario, ma è uno scambio di mail, brevi concise, quasi al ritmo delle paranoie e dei pensieri dei due personaggi, e poi mette in luce quanto siamo tutti imperfetti, incoerenti, tutti umani tutti in grado di essere perdonati e di perdonare. Mi piace perchè va come la mia testa e potrebbe essere la storia di ognuno di noi. E come sempre con lei il problema …eoracheleggo…  non esiste.

” Ho imparato che i bambini possono imparare prima di te ( che nn l’hai ancora imparato) a usare l’Ipad.                                 Che l’isola più bella di tutta la Grecia è Astipalea.                                                                  Che il vino bianco non è poi così male.       Che i padri muoiono per davvero.                 Che tutto ( tutto il bene, tutto il male) dipende da noi, da quello che abbiamo dentro quando ci arriva addosso.                      Ho imparato, soprattutto, che l’amore è meglio quando c’è. E che se hai amato una sola persona nella tua vita, se solo una vilta hai avuto quella certezza, ti conviene non entrare mai più in contatto con quella persona.                                               Ma adesso ti sto scrivendo, mi sa che no: questo non l’ho davvero imparato.”

Non potrebbe essere un pensiero, un messaggio, una paranoia mattutina di uno qualsiasi di noi?