L’altro capo del filo (Montalbano sempre ad occhi chiusi ) 


Per me che aspetto un libro di Camelleri ogni volta con ansia, e soprattutto uno dedicato a Montalbano con grande trepidazione, l’arrivo de ” L’altro capo del filo” è stata come la ciliegina sulla torta di un luglio caldo e di relax. Ma come ogni buona torta che si rispetto appena arrivata nel piatto è già finita!!!                     La città di Vigata è indaffarata nell’arrivo dei migranti, nelle condizioni più disperate, con i loro drammi e le loro tragedie. Montalbano e tutto il commissariato sono completamente immersi semza momenti di tregua in questo strazio quando improvviso arriva nella cittadina un omicidio, viviamo cosi in parallelo i due drammi con un Montalbano completamente immerso nelle sue riflessioni e nei suoi meccanismi mentali per risolvere questo “gomitolo”. Il bello di ogni libro di Camilleri, di ogni suo ” giallo” è che è provo di ogni tecnicismo, di ogni aspetto scientifico che tanto caratterizza molti dei gialli e noir di adesso. Dalla prima pagina noi entriamo nella testa dell’ispettore e seguiamo tutte le sue costruzioni mentali e le strade che percorre il suo cervello per arrivare alla fine un po’ aiutato, un po’ con la fortuna e un po’ con la sua mente analitica a risolvere gli enigmi ingarbugliati che gli si presentano di volta in volta. Io lo adoro e ogni volta divoro i suoi libri. Fantasticoooo

E ora…che leggo? 

L’anatomista


Questo libro l’ho trovato per caso sulle mensole della camera dei miei genitori. Ero passata a trovarli e non avevo nulla da leggere, e ora…che leggo,  e mi sono trovata tra le mani il regalo di Natale che mia sorella ha fatto a mio padre, gran divoratore di gialli. Ed ecco qui tra le mie mani questo GialloItalia ambientato a Napoli, dove un serial killer mutila i corpi delle sue vittime. Una squadra speciale, quasi una sorta di profiler tipo serie USA, si mette sulle sue tracce e a loro si unisce questa psicologa dal passato segnato. Inizialmente sembra quasi riuscire a indirizzare l’indagine, ma alla fine ne è quasi vittima, non è piu condottiera ma è lei ad essere pilotata, e quella che sembrava un eroina diventa una pedina fragile. Come tutti i gialli ben costruiti mi ha appassionato e l’ho letto  in breve tempo, presa dalla ricerca di questo serial killer in una Napoli sotterranea a me completamente sconosciuta, accanto alla squadra speciale con i due protagonisti contrapposti :Durso lo psichiatra e la psicologa Gentile. In una danza che li avvicina e li allontana alla ricerca dell’anatomista, con un finale non stravolgente ma secondo me non solito da super detective. Divorato su un amaca, e ora…che leggo